Riscaldamento climatico. Aumentare il prezzo del carbone. Rapporto

 Un rapporto pubblicato lunedi’ 29 maggio perora un forte aumento del prezzo della tonnellata di CO2, che dovrebbe attestarsi almeno tra 40 e 80 dollari nel 2020, poi tra 50 e 100 dollari nel 2030, rispetto a meno di 6 dollari di oggi in Europa, si’ da rispettare l’obiettivo di limitazione del riscaldamento climatico.
“Una tariffazione ben progettata del carbone e’ elemento indispensabile di una strategia efficiente di riduzione delle emissioni” di gas ad effetto serra, sottolinea il documento e redatto da un commissione economica presieduta dagli economisti Jospeh Stiglitz e Nicholas Stern. Il documento e’ parte integrante nella Coalizione per la tariffazione del carbone (CPLC), col sostegno di Francia e Banca Mondiale.
Il suo obiettivo: esaminare i livelli dei prezzi suscettibili di cambiamenti dei comportamenti -con investimento, produzione o modi di consumo- necessari alla lotta contro il cambiamento climatico, “in un modo favorevole alla crescita economica e allo sviluppo”.
Limitare la crescita delle temperature
La commissione ricorda che l’87% delle emissioni globali non sono oggi tariffate e che i tre quarti di quelle che lo sono, hanno un prezzo del carbone inferiore a 10 dollari per ogni tonnellata di CO2.
L’accordo di Parigi, adottato a dicembre 2015 da circa 200 Paesi, prevede di limitare l’aumento della temperatura in rapporto all’era preindustriale “ben al di sotto di 2 gradi centigradi” ed a “proseguire gli sforzi per limitare l’aumento della temperatura a 1,5 gradi”.
Esistono diversi modi di tariffare il carbone, ricorda il rapporto: un prezzo esplicito attraverso una tassa carbone o un mercato di quote (cioe’ dei diritti di emissione di CO2, che le imprese possono acquistare o vendere); dei prezzi nominali con degli strumenti di finanziamento; degli stimoli per gli investimenti e comportamenti a basso carbone.
Combinazione di strumenti
“Ci vuole tempo per realizzare dei meccanismi di tariffazione del carbone, i Paesi devono per questo affrontarlo ora”, dice il rapporto. Ma anche se inevitabile, questa tariffazione potrebbe “non essere sufficiente a indurre riduzioni di emissioni con la velocita’ e nei modi richiesti per raggiungere l’obiettivo dell’accordo di Parigi”.
“Una combinazione di strumenti di politica climatica sara’ probabilmente piu’ efficace e attrattiva che non l’uso di un solo strumento”, dice il rapporto citando essenzialmente l’investimento nei trasporti pubblici o il sostegno alla produzione di energia rinnovabile.
La realizzazione di una tale tariffazione dovra’ anche “considerare i benefici non legati al clima”, dovuti al contesto locale e alla politica economica generale. Essa potrebbe, per esempio, “aumentare efficacemente le risorse fiscali” in favore di una crescita sostenibile.

(da un lancio dell’agenzia France Fress – AFP del 29/05/2017)