Il ‘pianto greco’ dei ‘poveri’ operatori turistici
In gergo si chiama “pianto greco”, ed è quello “a comando” e “alla bisogna” messo in atto dai alcuni operatori turistici rispetto all’andamento della stagione. “Siamo messi male”, “Non è vero che è tutto pieno”, “’ colpa di quello”, “no, è colpa di quell’altro“.
E’ noto che ci sono problemi di organizzazione degli operatori turistici, in crisi per non aver previsto il flusso in corso da Pasqua, non volendo cambiare le loro abitudini di paghe da fame e spesso “a nero” per i loro “dipendenti” e per aver poco investito per mettere i loro servizi in grado di far fronte ad una domanda che, da mesi, è in crescita.
Tra questi che si lamentano, sono da notare i gestori degli stabilimenti balneari. Quelli che fanno pagare anche 500 euro al giorno per ombrellone e sdraio di bassa qualità, forti anche del fatto che coi loro partiti lungimiranti (1) sono riusciti a far prorogare i loro affitti ridicoli delle concessioni demaniali che, per qualche migliaio di mq all’anno, costano meno dell’affitto mensile di un monolocale in estrema periferia.
Ed eccoli qui, tutti insieme col loro “pianto greco”. Per cercare di dare una mano alla intera comunità di cui dicono di far parte (2)… provate a prenotare un ombrellone o una stanza d’albergo o un volo (ex)lowcost o andare a mangiare in un qualche luogo in località turistica… prezzi alle stelle, commisurati alle stalle del loro senso civico, lo stesso che induce molti di loro a far parte delle categorie a più alta evasione fiscale e contributiva.
1 – e tutti, per carità, liberali.
2 – da cui prendono e continuano a prendere soldi (elargizioni covid di vario tipo)
l’associazione non percepisce ed è contraria ai finanziamenti pubblici (anche il 5 per mille)
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