Tariffe aeree e ingerenze statali contro i consumatori
Dopo il decreto con cui il Governo ha fissato un tetto del 200% agli aumenti tariffari dei voli da/per le isole, alcune compagnie aeree hanno ridotto il numero di voli che, probabilmente, avrebbero ridotto lo stesso visto che non siamo più in alta stagione. ma tant’è… tutto fa brodo, per entrambi i cosiddetti contendenti.
In mezzo ai contendenti ci sono gli utenti di questi servizi che entrambe le parti sanno che possono solo subire le loro decisioni e quindi, ognuno dei due fa i propri interessi anche a discapito degli utenti stessi.
I vettori aerei pensano solo al proprio business, ignari anche del fatto che spesso sono pagati fior di soldi dagli aeroporti e dalle istituzioni per operare in specifici territori.
Il governo pensa alla propria ideologia politica, dove i limiti tra ridicolo e propaganda spesso si confondono: ridicolo il provvedimento del 200% e propaganda il far credere di intervenire non facendo di fatto nulla, con l’aggravante di insistere… ora c’è anche un nuovo incontro con le parti il prossimo 19 settembre.
Cosa potrebbe inventarsi il Governo… aspettiamo, pronti a tutto.
Sappiamo cosa, nell’interesse di consumatori e imprenditori, il governo non dovrebbe fare: bloccare le tariffe. In un’economia che vorrebbe essere di mercato, l’intervento dello Stato non è proprio quello che è stato fatto col decreto del 200% che, invece, è primo passo verso un deterioramento del mercato su qualità e quantità dell’offerta, con conseguente aumento delle tariffe (l’Italia non è solo voli da/per le isole), La tariffe possono calare solo se si garantisce un corretto gioco di domanda/offerta: altrimenti gli imprenditori se ne vanno altrove e agli utenti non è possibile scegliere tra le migliori offerte di imprenditori che si contendono i clienti, ma solo usare le poche tariffe condizionate dall’imposizione dello Stato. Tutto questo, ovviamente, se vogliamo restare in un Paese libero.
Lo Stato non si deve interessare delle tariffe, ma deve garantire lo sviluppo del mercato in armonia con l’interesse collettivo per quanto di propria competenza: amministrazione, fisco, giustizia e ambiente.
Giusta la preoccupazione per gli aumenti delle tariffe, ma lo Stato può contribuire ad un calo solo con snellimento fiscale, semplificazione burocratica, rigore ambientale e funzionamento/velocità della giustizia.
Dubitiamo, viste le premesse, che il Governo svolga questa sua funzione di regolatore non economico del mercato. Siamo piuttosto preparati al peggio.
Qui il video sul canale YouTube di Aduc
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