Prezzi benzina. Il governo non li vuole bassi. Preferisce fare carità e non dare opportunità
Secondo i dati del Quotidiano Energia (aggiornati alle ore 8 di ieri 12 settembre), il prezzo medio della benzina in modalità self è 1,985 euro/litro, quello medio praticato del diesel self è 1,902 euro/litro. Con il servito si sforano anche mediamente i 2 euro: 2,116 euro/litro.
“Chi semina vento raccoglie tempesta”. Il risultato della scelta del governo di lasciar correre le cose da sole, dopo l’aumento dell’accise deciso all’inizio dell’anno.
Aumenti dei prezzi fanno parte dell’economia di mercato, e lo Stato dovrebbe intervenire non certo per calmierare (come sta cercando di fare in altri ambiti, tipo tariffe aeree), ma per ridurre il danno ai consumatori senza creare danni agli imprenditori.
L’unica sarebbe la leva fiscale (65-70% del prezzo alla pompa), magari anche per periodi brevi in attesa che il mercato si riequilibri.
Ma Governo e Parlamento hanno deciso di intervenire non in termini economici, bensì assistenziali. Le imposte ricavate servono per pagare vari bonus ai cosiddetti poveri. E come se non bastasse, il governo ci ha anche messo un po’ di ridicolo: i prezzi bassi della benzina – ha detto – aiuterebbero più che altro quelli che hanno i macchinoni. Come se quelli con i non-macchinoni non utilizzassero anch’essi la benzina…. ma il governo sceglie di aiutare i proprietari di non-macchinoni con bonus e cose del genere. Preferisce svolgere funzione di elargitore di carità piuttosto che di opportunità.
Il preambolo, a nostro avviso, della trasformazione di un’economia di mercato in assistenziale e, di conseguenza, aumento del potere di chi decide se fare la carità o meno. Decisori convinti che un popolo vociante e con la mano tesa sia quello che gli serve per governare.
All’orizzonte vicino vediamo nuvoloni scuri per la nostra economia.
Qui il video sul canale YouTube di Aduc
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