Mondo. Eva: i commenti fuori dal coro
“Menzionate la parola clonazione e le persone cominceranno a pensare ad una colonia di piccoli Adolf Hitler che corrono per il Brasile”, Ross Clark sul quotidiano “The Times” il 30 dicembre. Questo e’ uno dei tanti commenti apparsi sulle testate di varie parti del mondo, che hanno analizzato l’annuncio della nascita di Eva, la prima bimba presunta clonata. Vediamo un po’ di questi commenti, sui generis, e non obbligatoriamente scandalizzati rispetto all’annuncio, in ordine cronologico, ma senza alcuna “scientificita’” nella raccolta.
“La bambina clonata? Si tratta di un esperimento irresponsabile, ma si assiste anche a una reazione sbagliata nei confronti di una censura asfissiante”. Cosi’ nell’intervista al quotidiano “La Stampa” il 28 dicembre Cinzia Caporale, docente di bioetica all’Universita’ di Siena e componente del Comitato Nazionale di Bioetica. “La censura -continua- esercita un potere forte, pervasivo, aggressivo e violento. Incombe prima del giudizio e dell’analisi, e’ un atteggiamento spocchioso nei confronti del pluralismo scientifico. In questo senso, si puo’ interpretare l’annuncio della clonazione di Eva come una risposta sbagliata a un eccesso di proibizionismo. Quando si pronunciano le parole “biotecnologia” e “terapie geniche”, per esempio, ecco che scatta il “no” immediato e si grida al crimine contro l’umanita’. Cosi’, dall’insalata transgenica alla procreazione medicalmente assistita, fino agli Ogm, la reazione e’ sempre negativa, e a priori. Si assiste a un tentativo di usare le istituzioni per creare una specie di etica di Stato. A fronte di questa situazione, non mi stupisce, anche se lo condanno, l’annuncio dei raeliani. La bioetica dovrebbe allargare le liberta’, dare garanzie e trovare soluzioni, invece di scontrarsi solo contro un muro di proibizioni”.
“Se funziona va bene” e’ il titolo forte scelto dal quotidiano “Libero” il 28 dicembre per l’editoriale del suo direttore Vittorio Feltri. “Confesso. In me l’evento non suscita ne’ disgusto ne’ orrore, ma un dubbio: Eva avra’ lo stesso “difetto di fabbrica” riscontrato nell’ovino (la pecora Dolly, ndr), e cioe’ la tendenza a invecchiare precocemente? (.) Se Eva sara’ sana come gli altri bimbi, la clonazione costituira’ una opportunita’ in piu’ e non una nuova minaccia per l’umanita’”.
“Non sono contrario sul piano etico; tra dieci o vent’anni la clonazione umana potrebbe diventare una tecnica di riproduzione come un’altra. Ma ad oggi mancano casi accertati e informazioni scientifiche attendibili; la stessa Brigitte Boisselier non mi sembra all’altezza dell’intervento che ha annunciato, comunque teoricamente possibile. Sono invece conosciuti i rischi che corrono gli esseri clonati: a partire dall’alta percentuale di aborti”. Cesare Galli, “padre” del toro Galileo, interviene cosi’ sentito la quotidiano “La Provincia di Cremona il 29 dicembre. “Penso che il problema vada invece affrontato sul piano scientifico; i politici avrebbero altro di cui occuparsi”.
Su “Il Messaggero” Arturo Falaschi, Direttore del Centro Internazionale di Ingegneria Genetica e Biotecnologie di Trieste, pubblica un intervento dal titolo “La genetica corre piu’ del diritto”. “.la clonazione, come le conoscenze sul genoma umano, sullo sviluppo cellulare, sulle staminali, possono portare a nuovi scenari del diritto, aprire le porte a iniquita’, a situazioni etiche discutibili o inaccettabili, a “strappi” nel patto sociale regolato dalle leggi. (.) La cultura del diritto sta cercando di adeguarsi. Fino agli anni Settanta quasi non esisteva la parola bioetica, oggi agiscono nel mondo migliaia di comitati bioetici con decine di migliaia di esperti in diritto, filosofia, medicina, biologia, che producono a poco a poco cultura giuridica”. “La conoscenza non puo’ essere ne’ etero ne’ autoregolamentata”.
Sempre su “Il Messaggero” veniva sentito Leonardo Santi, Presidente del Comitato nazionale per le biotecnologie presso la Presidenza del Consiglio. “La preoccupazione piu’ forte e’ che da notizie fantasiose e che turbano la coscienza comune si possa avere un risvolto negativo per quelle che invece possono essere le attivita’ concrete a favore della collettivita’”. Santi ricorda la necessita’ di una regolamentazione comune perche’ “avvengono le cose piu’ assurde: in Germania dove e’ proibito l’utilizzo di embrioni anche congelati, e’ invece possibile fare sperimentazioni su cellule embrionali congelate purche’ importate dall’estero. Cosi’ come in America non si finanziano le ricerche pubbliche pero’ si consentono quelle private. Si tratta di fare chiarezza su tutta questa situazione perche’ in questo periodo sono state fatte alcune riflessioni sulla effettiva risposta delle cellule staminali differenziate adulte”.
Il quotidiano “Toronto Star” ricorda che, per quanto inquietante sia la notizia data dai raeliani, di per se’ la clonazione e’ un processo naturale e non immorale: “nessuno ha mai discusso sul fatto che i gemelli siano immorali” scrive Ronald Bailey il 30 dicembre.
Lo stesso giorno il quotidiano “La Repubblica” ospitava un lungo intervento di Stefano Rodota’ “l’essere clonato non e’ predestinato a replicare nel mondo i comportamenti del suo modello, la biologia non puo’ cancellare la biografia”, avverte l’autore che si preoccupa di capire quali siano i diritti della persona nata grazie alla clonazione.
“La scienza non e’ una setta” e’ il titolo dell’editoriale di Carlo Pelanda, apparso sul quotidiano “Il Giornale”. “Se una setta di squinternati gioca -piu’ a parole che con i fatti- con la nuova biotecnologia la risposta giusta non e’ certo la demonizzazione della scienza e l’invocazione del bioproibizionismo”, avverte fin dalle prime righe Pelanda.
In risposta alla levata di scudi e all’accusa di crimine contro l’umanita’, risponde sempre dalle pagine del quotidiano “Il Giornale” il 30 dicembre Umberto Veronesi, oncologo e gia’ ministro della Sanita’. “Nel mondo dell’evoluzione scientifica si devono affrontare tutte le novita’ che la ricerca ci pone sotto gli occhi e tutti i nuovi concetti che la speculazione offre alla nostra riflessione. Bisogna farvi fronte con razionalita’ e all’interno di regole etiche”. “Clonazione e’ un termine che i medici e i biologi usano abitualmente. Si clonano, infatti, virus, batteri e cellule”. “Le sperimentazioni vanno continuate con gli animali. Ci vorranno una trentina, se non addirittura una cinquantina d’anni prima che la clonazione possa dirsi sicura”. “Si tratta di un tema molto delicato ma non si puo’ parlare, come qualcuno ha fatto, di un crimine contro l’umanita’. Crimini di questo tipo per me -precisa Veronesi- sono Auschwitz, Hiroshima e lo sfruttamento del lavoro minorile. Non si deve intendere la clonazione come un modo di infrangere delle leggi della natura, anche perche’ a ben vedere queste sono state gia’ infrante con la pillola anticoncezionale, l’aborto e il preservativo”.
“Clonare stanca” e’ il titolo che viene dato al commento riportato da “La Stampa” il 30 dicembre di Chiara Saraceno, professore ordinario di sociologia della famiglia, Universita’ di Torino, Facolta’ di Scienze Politiche. “Parlare di crimine contro l’umanita’, di sovvertimento dei valori, e cosi’ via, non serve ne’ a capire ne’ a reagire in modo adeguato. Anzi confonde”… “Oggi in un paradossale rovesciamento, si sostiene che non vi puo’ essere procreazione senza sessualita’ -scrive la Saraceno, che descrive come invece negli ultimi due secoli “la sessualita’ si e’ progressivamente svincolata dalla procreazione con l’aiuto delle tecnologie contraccettive . e la procreazione e’ divenuto un atto fortemente intenzionale, intellettuale”.
Su “Il Tempo” il 31 dicembre viene sentito il professor Giuseppe Novelli genetista dell’Universita’ di Tor Vergata. “Riprodurre le cellule a fini terapeutici e’ il vero traguardo (.) per questo pero’ dobbiamo fare grande attenzione e non mettere sullo stesso piano la clonazione che ha lo scopo di far nascere bambini e quella invece che vuole trovare terapie per malattie come il diabete, la sclerosi multipla il cancro e chissa’ quant’altro”.
Il 31 gennaio il quotidiano “Libero” dedica un’intera pagina sotto il titolo “Perche’ clonare non e’ orribile” riportando l’articolo “rivoluzionario” di Marc Jongen gia’ pubblicato dal settimanale tedesco “Die Zeit”. “L’uomo come esperimento di se’ stesso. Perche’ la clonazione non e’ un orrore”, era il titolo originale che in Germania aveva aperto un forte dibattito.
In un’intervista rilasciata a “La Repubblica il 31 dicembre, Carlo Flamigni, ginecologo specializzato in riproduzione assistita, professore all’Universita’ di Bologna e membro del Comitato Nazionale di Bioetica, ricorda che comunque, se in mano a scienziati scrupolosi, la clonazione potra’, grazie alle cellule staminali, aiutarci a curare tutta una serie di malattie di fronte alle quali siamo ancora impotenti. “Sta tutto nella finalita’ dell’esperimento: la scienza ha come obbiettivo il bene della collettivita’. Pero’ la clonazione non e’ il demonio. (.) Mi chiedo piuttosto come mai l’attenzione dei moralisti non punti su problemi piu’ importanti. E’ forse giusto che il tasso di mortalita’ fra i bambini debba variare a seconda della classe sociale e del luogo di nascita?”.
Il 2 gennaio appariva su “La Prensa”, quotidiano panamense, un articolo di Federico Meléndez Valdelamar dal titolo “Tra la scienza e l’etica”, che spiegava come vedere il mondo in maniera manicheistica, diviso in bene e in male, ha portato a frequenti errori. Gli esempi di Galileo e Copernico ne sono la testimonianza, esempi in cui la Chiesa Cattolica ha impiegato secoli per rivedere le sue posizioni. Un avvertimento che dovrebbe far riflettere prima di condannare qualsiasi scoperta scientifica.
Il quotidiano portoghese “Público” riporta l’8 gennaio l’opinione di Alexandre Quintanilha, direttore dell’Istituto di Biologia Molecolare e Cellulare dell’Universita’ di Porto. “La tecnologia poco sviluppata e’ l’unico ostacolo alla clonazione umana” e’ il titolo dell’intervista, in cui Quintanilha smonta come “false questioni” quelle etiche. “La mancanza di identita’ e’ una baggianata totale. A nessuno e’ mai venuto in mente di negare l’identita’ individuale ai gemelli identici. E dire che la clonazione e’ contro natura, e’ un qualcosa che non capisco. Ci sara’ qualcosa che va piu’ contro natura di un trapianto di organi? Si e’ gia’ pensato, se un giorno sara’ possibile trapiantare un cervello, che discussione potrebbe derivarne?”.
“La clonazione? Io sto con chi chiede la liberta’ di ricerca”, titola cosi’ “Sette” il settimanale in allegato con “Corriere della Sera” del 9 gennaio l’intervista-appello al genetista Edoardo Boncinelli. Il caso Eva “e’ una follia”. Ma combattere i tumori, l’Alzheimer o il Parkinson e’ un dovere. “E per farlo lo scienziato deve andare avanti per la sua strada”. Senza veti religiosi e politici, “perche’ nessuno puo’ invocare principi sulla pelle del malato”.