Ma di che cosa e’ morta Dolly?

Dopo tante lacrime di coccodrillo versate sulla morte di Dolly, il quotidiano spagnolo “El Pais” ha pubblicato lo scorso 28 febbraio un articolo a firma Javier Sampedro, che smonterebbe tutti discorsi fatti sulla morte della povera pecora, e sulla sua clonazione.
“L’autopsia rivela che Dolly e’ morta di un cancro molto comune tra le pecore”, questo era il titolo. “I primi risultati dell’autopsia non hanno trovato nessun indizio che la morte della pecora Dolly sia da imputare alla sua origine di clone. L’Istituto Roslin di Edimburgo ha confermato ieri (il 27 febbraio, ndr) che la malattia che ha portato al sacrificio di Dolly e’ stato un adenocarcinoma polmonare ovino (Opa), un cancro ai polmoni di origine virale molto comune in quasi tutti gli allevamenti di pecore del mondo. Secondo uno dei principali esperti europei di questo tipo di cancro, Marcelo de las Heras, questa malattia mortale colpisce soprattutto le pecore tra i due e i quattro anni di eta’. Dolly ne aveva sei e mezzo.
I risultati definitivi dell’autopsia non si conosceranno prima di 3 o 4 settimane, tuttavia un portavoce dell’Istituto Roslin di Edimburgo (Scozia), dove Dolly e’ stata creata nel 1996, ha detto a El Pais: “posso confermare che l’autopsia ha dimostrato che Dolly aveva un adenocarcinoma polmonare ovino (Opa). Aveva un grosso tumore ad un polmone, e l’autopsia preliminare, prima dell’analisi istopatologica, conferma che aveva l’Opa, e anche l’artrite, ma non ha mostrato nessun altra anomalia. Non c’e’ nessuna ragione per sospettare che queste due malattie avessero qualcosa a che vedere con il fatto che Dolly era un clone”.

Poi El Pais prosegue sentendo Marcelo de las Heras, patologo dell’Universita’ di Saragozza, che spiega come -tranne che in Nuova Zelanda e in Australia- questo virus (“jaagsiekte”, che in africano significa: che porta alla malattia), cioe’ la causa del cancro che avrebbe colpito Dolly, e’ molto diffuso. In alcuni Paesi circa il 20% delle pecore viene infettata dal virus “jaagsiekte”, di queste un 10% poi sviluppa il cancro ai polmoni. Un altro esperto che viene sentito e’ Kenneth McCreath, gia’ membro dell’Istituto Roslin, e spiega che se le pecore in Scozia solitamente pascolano nei campi, Dolly stava invece in una stalla con altre pecore, situazione molto piu’ rischiosa per contrarre questo tipo di virus.

Insomma e’ stato detto molto della morte della pecora Dolly, morta troppo giovane secondo troppi proprio perche’ clonata, ci sembrava interessante sottolineare come i primi risultati dell’autopsia smentirebbero questa tesi.