Usa. Riusciranno a fare cambiare idea a Bush?
Secondo quanto ha dichiarato una commissione del Senato federale, un gruppo di ricercatori svedesi sta sviluppando nuove linee di cellule staminali embrionali.
I ricercatori statunitensi pero’ non potranno usufruirne, in base alla direttiva stabilita dal Presidente George W. Bush che vieta l’uso di stanziamenti federali alla ricerca su linee cellulari create dopo l’agosto 2001.
Per cercare di modificare l’attuale situazione, il sen. Repubblicano Arlen Specter, presidente della sottocommissione del Senato per i Finanziamenti alla Sanita’, ha dichiarato che fara’ tutto quanto e’ in suo potere per non penalizzare ulteriormente gli scienziati: “Non vogliamo piu’ che le mani degli scienziati siano legate”.
Le linee appena create sono 4 o 5, e sono particolarmente invitanti perche’ sviluppate senza l’uso di fattori di crescita animali.
Ed anche il capogruppo dei Democratici, Tom Harkin, si e’ detto particolarmente frustrato da questa situazione, che simbolicamente vede i ricercatori “in manette”. “Ogni volta che vedo un malato di Parkinson, ogni volta che vedo una persona paralizzata, o qualcuno con l’Alzheimer, mi chiedo: perche’ non stiamo lottando piu’ aggressivamente contro tutto questo?”
Dall’altra parte invece, il gigante istituzionale per la ricerca, il National Health Institute, sostiene, tramite il suo presidente Elias Zerhouni, che in realta’ gli scienziati hanno materiale sul quale lavorare. Innanzitutto ci sono le staminali adulte, poi quelle cordonali, e, sostanzialmente, se proprio vogliono concentrarsi su quelle embrionali, possono utilizzare le 11 linee disponibili. La posizione di Zerouni e’ particolarmente interessante. Ai primi di maggio infatti aveva denunciato la politica proibizionista di Bush, e il fatto che le linee utilizzabili non erano 70, come si credeva, ma solamente 11. Ad oggi invece, sembra che le questioni da lui stesso sollevate, abbiano assunto un’importanza decisamente diversa. Il presidente del NIH ha infatti dichiarato che le decisioni su quali ricerche vanno finanziate e quali no, non devono essere prese solo in base a considerazioni scientifiche, ma soprattutto in base a considerazioni morali ed etiche. Il clima generale e’ preoccupante, specialmente per quegli scienziati che da un’istituzione scientifica si aspetterebbero posizioni scientifiche, se non laiche. E preoccupante e’ anche la retorica che impera nel dibattito politico, retorica che vince sulla ricerca, sul dolore, sullo sviluppo.