Vivere 100, 200 o 1.000 anni?
Vivere in eterno o comunque prolungare l’eta’ media della vita fino a 100, 200 o 1.000 anni e’ una di quelle fantasie che si ripetono nel corso degli anni. Elisir di lunga vita, sistemi di crioconservazione nella speranza di essere riportati in vita quando nuove scoperte lo consentiranno, il tutto quasi sempre accompagnato da venditori di sogni e di illusioni.
Eppure oggi c’e’ un gruppo di scienziati e di filosofi che crede di poter superare le frontiere biologiche per poter divenire ultracentenari. Si chiamano “transumanisti” e sostengono che e’ giunta l’ora perche’ gli umani si liberino dalle “catene biologiche”.
A marzo si e’ tenuta una conferenza internazionale all’Istituto James Martin dell’Universita’ di Oxford: “La gente di domani: la sfida delle tecnologie per l’allungamento e il miglioramento della vita”.
Tra le piu’ ottimiste la genetista di Cambridge Aubrey de Grey che ritiene che molte delle persone che oggi sono giovani possono arrivare fino a 120 anni, senza escludere che si possa arrivare fino a mille anni.
In un nuovo libro “Designer Evolution: manifesto transumanista” Simon Young cerca di spiegare come la scienza messa adeguatamente in pratica puo’ aiutare a “eliminare le malattie, vincere la morte e migliorare il corpo e la mente oltre le limitazioni della condizione umana”.
Per Peter Healey, uno degli organizzatori della conferenza di Oxford, non c’e’ unanimita’ tra gli scienziati: “Alcuni credono che i nuovi progressi ci permetteranno di dominare la nostra stessa natura e vivere centinaia di anni. Altri sostengono che i miglioramenti nell’aspettativa di vita saranno progressivi”. Di sicuro la vita si e’ allungata: nel 1901 la durata media della vita era 45 anni per gli uomini e 49 per le donne, oggi una persona di 45 anni si considera giovane. Nel 2000 l’aspettativa di vita era di 75 e 80 anni per gli uomini e le donne, rispettivamente. E allora si chiede Healey se le scoperte mediche e scientifiche proseguono, perche’ non pensare di vivere piu’ di cento anni? Una delle strade e’ senza dubbio quella della medicina rigenerativa. “Attraverso la ricerca con le cellule staminali si cerca di trovare la maniera di rigenerare i tessuti. Per esempio, un topo a cui vengono trapiantate alcune cellule puo’ rigenerare la coda in caso l’abbia persa. Occorre immaginare questa tecnologia su persone ferite o su coloro che hanno un cuore debole. Forse anche loro potrebbero rigenerare cio’ di cui hanno bisogno”.
A chi gli contesta che questa ricerca per allungare la vita assomiglia all’eugenetica, replica che le cose avvengono “in un contesto chiaro e morale”, per cui non c’e’ da avere timore.
A mettere in guardia dal perdere l’obbiettivo della qualita’ della vita a scapito della quantita’ e’ Michael Fitzpatrick, collaboratore della rivista medica Lancet e autore di “La tirannia della salute”. “La domanda chiave non e’ per quanto tempo in piu’ possiamo vivere, ma come possiamo raggiungere lo scopo e come la societa’ puo’ fare passi in avanti se viviamo vite piu’ lunghe e piu’ sane?”.
Una risposta sembrerebbe arrivare dalla proposta di Marco Pannella di lanciare una grande “Lega dei diritti umani, civili e politici dei cittadini ultrasessantenni” del nostro Paese, cominciando dall’abolire l’obbligo di andare in pensione riconoscendolo invece come una facolta’ e un diritto.