La saga degli autovelox. I consumatori pagano, i politici si fanno belli, sicurezza a go-go
La saga degli autovelox riprende vigore. Troppe multe, per fare cassa, per sicurezza, i cattivoni di questa o quell’altra amministrazione comunale… e così’ via da decine d’anni. Ma le macchinette sono sempre – e giustamente, in linea di massima – lì. I politici cambiano, inclusi i ministri, e gli automobilisti continuano a pagare.
Ora è tornato in auge il record nazionale di Firenze, che si rinnova di anno in anno al pari delle amministrazioni e – figurati – nel’anno del record (2023) l’assessore di Palazzo Vecchio fa vanto del calo delle multe… realtà beffarda che fa godere le sue opposizioni in Comune… che strillano… ma soluzioni zero!
Ma intanto, il ministro dei Trasporti Salvini, campagna elettorale in corso, annuncia una serie di “supercazzole” che dovrebbero fermare le amministrazioni che fanno cassa con queste multe: bei pensierini di cui i Comuni si faranno beffe ma con un’unica certezza: il contrasto ai Comuni che hanno stabilito limiti di velocità urbani di 30 Km/h (divieto di autovelox per infrazioni al di sotto dei 50 Kmh). E così il nostro ministro ha trovato come contrastare uno dei pochi provvedimenti di buon senso contro gli incidenti urbani.
Il problema è che, andando avanti di questo passo, non si fa altro che demonizzare uno dei più importanti sistemi di sicurezza stradale, l’autovelox, glissando sul fatto principale. il loro scriteriato uso. Che significa:
– installazioni in violazione delle norme (rare, ma ci sono);
– multe seriali: notificate solo – come minimo – un paio di mesi dopo l’infrazione (la legge stabilisce un max di 90 gg)… e i malcapitati cominciano a rendersi conto delle infrazioni solo dopo aver ricevuto caterve di multe a casa (ci sono anche casi con centinaia di verbali).
Il metodo oggi per eccellenza dei Comuni che fanno cassa con le multe (autovelox e non solo) sono le multe seriali. Il legislatore dovrebbe intervenire perché le notifiche non siano più fatte entro 90 gg ma entro 7 (l’informatizzazione consente questo e altro), così si bloccano le multe e i comportamenti pericolosi per la sicurezza stradale.
Non ci risulta che il ministro ci stia pensando….
I fortunati che si informano e vengono a sapere di Aduc, fanno ricorso al giudice di pace con successo: il giudice ritiene che la sanzione debba essere educativa e non punitiva e cassa le pretese del Comune facendo pagare solo la prima multa.
Ii ricorsi sono però una percentuale molto bassa, per cui tutti contenti: Comuni che continuano a far cassa, partiti locali che hanno materia per continuare ad aver motivo di opposizione a chi amministra i Comuni, ministro che dice di affrontare il problema ma lo fa alla bisogna della sua “lotta elettorale” contro i 30 Kmh.
Qui il video suo canale YouTube di Aduc
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